Piano delle Cinque Miglia (AQ). Cancellato il viale alberato paesaggio culturale
Sfregiato uno dei paesaggi culturali più caratteristici d’Abruzzo
Il viale alberato del piano delle Cinque Miglia prima e dopo. Foto da facebook. https://www.facebook.com/parlamidabruzzo/photos/a.883387461792445/1416375611826958/?type=3&theater
Piano delle Cinque Miglia (AQ). La notizia ormai circola sul web e a desta scalpore e tristezza in tutti quelli che ricordano il bel viale pini neri del famoso paesaggio montano a oltre 1200 metri di altitudine. Un verdeggiante viale alberato che accompagnava gli automobilisti nella traversata di quella che è stata battezzata “La Siberia italiana“. Sono 70 i pini buttati giù dall’ANAS, senza alcuna analisi approfondita, senza un progetto di valorizzazione e sostituzione, solo perchè hanno sempre dato fastidio agli automobilisti amanti della velocità e perchè si spezzavano con i forti venti e le intemperie.
Per decenni questo viale alberato simbolo dell’Abruzzo è stato fotografato dai turisti, una vera icona della montagna abruzzese, incorniciato dalle verdeggianti vallate e dai boschi dell’altopiano. Alberi eroici e resistenti questi pini di montagna, che purtroppo negli ultimi tempi hanno sofferto i repentini cambiamenti climatici con disseccamenti e crolli di rami. Una fine indecorosa per un bene ambientale conosciutissimo e amato. In un paese civile e virtuoso la miglior strada sarebbe stata quella della gestione e della graduale riprogettazione del viale alberato con sostituzione dei pini veramente compromessi.
Come capita di questi tempi, l’ignoranza si unisce alla dilagante fobia degli alberi che colpisce un pò tutti. Viviamo tempi difficili in cui la professionalità di chi cura il paesaggio e i beni ambientali è totalmente calpestata. Adesso i 70 pini giacciono ai bordi della SS-17 al km 9, come tanti bisonti abbattuti, tanti ricordi cancellati sempre. Erano affascinanti nelle freddissime bufere di neve, trasformati in alberi di ghiaccio usciti dalle fiabe, erano verdeggianti nelle limpide giornate di tarda primavera e estate.
Purtroppo, in nome della sicurezza ad ogni costo si distruggono paesaggi culturali che hanno anche un immenso valore storico e turistico. Nessuno qui vuole sminuire la sicurezza dei cittadini ma è necessario operare con il buon senso e con visioni lungimiranti. Orami si vive e si lavora alla giornata, pensando al momento e non al futuro… pensando al disastro incombente e al cambiamento climatico devastante. Sono troppo pochi quelli che hanno interesse a trovare soluzioni. In realtà ci vogliono esperti e professionisti del paesaggio che lavorino sul restauro paesaggistico per valorizzare il nostro patrimonio.
Quel viale, oltre a essere un simbolo delle montagne abruzzesi, era anche un punto di riferimento per delineare la strada nelle terribili bufere invernali. Fu costruito apposta per aiutare i viaggiatori della “Via degli Abruzzi”, per migliorare l’orientamento durante le tempeste di neve che rendono la valle inospitale e pericolosa. Quei pini erano tra i pochi alberi in grado di resistere a quelle terribili condizioni. Qui siamo in una zona in cui le temperature diventano proibitive; il vento gelido, fortissimo e implacabile, mette a dura prova qualsiasi essere vivente.
Ecco cosa ci racconta la storia: “Verso la fine del 1700 Ferdinando IV incarica il cav. Andrea Pigonati, grande ingegnere del regno, di stendere il progetto per una sistemazione adeguata della Regia Strada degli Abruzzi. […] Pigonati consiglia quattro fila di alberi ai due margini della strada nel tratto che attraversa il Piano. […] Lo scopo era quello di indicare il percorso in tempi nevosi“. E’ una storia antica che risale alla fine del 700 e che si è tramandata per generazioni, spezzatasi improvvisamente in un freddo autunno 2018.
Non c’è interesse a ripiantare neanche un filo d’erba lungo la Statale 17; forse è troppo oneroso e o troppo difficile gestire degli alberi di questi tempi. Noi come associazione chiediamo che venga ricostruito il viale alberato con alberi più belli e più curati, rispettando tutte le norme di sicurezza. Chiediamo che venga ricostruito il famoso paesaggio storico che ha scandito la storia abruzzese. Troppo facile prendere le motoseghe e cancellare ogni cosa. Il nostro Abruzzo non merita di essere ancora violentato nella sua storia e nella sua bellezza.
Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus
http://www.corrierepeligno.it/piano-delle-cinque-miglia-cancellato-il-viale-alberato/80460
http://www.ilcentro.it/l-aquila/tagliati-gli-storici-alberi-dell-altopiano-delle-5-miglia-1.2065795
Non si può lasciare la gestione delle srrade solo ai tecnici Anas, che, al massimo sanno di lavori pubblici, non di paesaggio, urbanistica, ambiente e, probabilmente, nemmeno di sicurezza stradale. Ci ricordiamo per quanto tempo l’ANAS ha tenuto indietro il paese perché era contraria alle moderne rotatorie con precedenza all’anello, perché “le strade statali hanno sempre il diritto di precedenza rispetto alle strade locali”, e quindi era contraria alle rotatorie sulle statali. L’abbiamo sperimentato sulla Variante alla Statale a Pineto e a Manoppello. Il progetto di riqualificazione delle strade é un tema complesso che va gestito da un team interdisciplinare di architetti, ingegneri, paesaggisti, agronomi, geometri, geologi. Discusso con la popolazione, in maniera pubblica trasparente e partecipata. Dovrebbe essere così per ogni kavoro pubblici con bilancio a prtire da 100 mila euro. Riprogettiamo il verde lungo la strada.
(digiampietro@webstrade.it – http://www.webstrade.it. Vedi il caso Pineto).
1. Non si può lasciare la gestione delle srrade solo ai tecnici Anas, che, al massimo sanno di lavori pubblici, non di paesaggio, urbanistica, ambiente e, probabilmente, nemmeno di sicurezza stradale.
2. Ci ricordiamo per quanto tempo l’ANAS ha tenuto indietro il paese perché era contraria alle moderne rotatorie con precedenza all’anello, perché “le strade statali hanno sempre il diritto di precedenza rispetto alle strade locali”, e quindi era contraria alle rotatorie sulle statali.
3. L’abbiamo sperimentato sulla Variante alla Statale a Pineto e a Manoppello. Il progetto di riqualificazione delle strade é un tema complesso che va gestito da un team interdisciplinare di architetti, ingegneri, paesaggisti, agronomi, geometri, geologi. Discusso con la popolazione, in maniera pubblica trasparente e partecipata.
4. Dovrebbe essere così per ogni lavoro pubblico con bilancio a prtire da 100 mila euro. Riprogettiamo il verde lungo la strada.
(digiampietro@webstrade.it – http://www.webstrade.it. Vedi il caso Pineto).
È stupefacente come in questo paese ormai triste non si riesca più a trovare il buon senso. Non esiste più un idea comune dei valori es ognuno si muove solo per il proprio interesse anche solo di prevenzione giudiziaria per una giustizia che ormai anch’essa lontana dal comune sentire di chi ne ha ancora il senso.
Ma insomma questa Italia ignorante e insensibile alla bellezza ma anche alla utilita’ degli alberi.
Certo che servivano per orientarsi meglio durante le bufere di neve e perimetrare meglio la strada. Che follia, che tristezza!
Che vergogna,ogni volta che transitano su quello strada,pensavo alla bellezza di quel posto è alla fortuna,di essere un abruzzese.dava la sensazione di essere immerso in un quadro della natura,sentivi tutta la sua immensità.a
INCREDIBILE SOLO IN ITALIA DISTRUGGONO TUTTO IN FRETTA E NON FANNO NIENTE IN COMPENSO PER MIGLIORARE MA PERCHEE NON SI AMA LA PATRIA ????? NON SI CAPISCE TUTTO QUESTO ACCANIMENTO PER DISTRUGGERE NOI DA L’ESTERO NON CE LA FACCIAMO A CAPIRE IL RAZZISMO ITALIANO CONTRO ITALIANO ,,,,NELLA PROPRIA NAZIONE E SOLO PER INCENDIARE ANCHE LE FORESTE DELL’ABRUZZO ,,MA
PERCHEEE???
Sono senza parole dinanzi a questo scempio, non riesco a concepire il criterio di chi ha pensato e potuto fare questo abbattimento.!
Alla fine la Natura si vendica.
Ci ricorderemo per molto tempo dei disastri di questo autunno 2018 con inondazioni, frane, mareggiate, devastazioni di foreste, fiumi e città.
Avremo contato i morti, fatto il conto dei danni e discuteremo, discuteremo senza risolvere niente.
Poi riprenderemo la vita “usa e getta” alla quale ci siamo rassegnati.
Pingback:Piano delle Cinque Miglia (AQ). Cancellato il viale alberato paesaggio culturale | www.salviamoilpaesaggio.it
Oltre al prossimo ECOCIDIO DEL PIANETA, ATTUALMENTE E’ STATO FATTO UN ALBERI…CIDIO. Chi l’ha pensato?
Ma esiste un responsabile con nome e cognome che risponda di tutto ciò?