Lockdown o Natura? Quale futuro per la scuola?

LOCKDOWN O NATURA? QUALE FUTURO PER LA SCUOLA?

 

Gli ultimi due anni di questo complesso periodo storico saranno ricordati dai posteri come anni drammatici, da tanti punti di vista. Tuttavia accade a volte che dalle situazioni peggiori l’essere umano riesca a trarre i più importanti insegnamenti e a farne tesoro per l’avvenire. Non succede sempre, purtroppo, ma chi riesce a compiere questo passaggio, che potremmo definire “evolutivo”, si sente custode di una memoria importante e si assume la responsabilità di condividere tali insegnamenti, perché altri possano trarne vantaggio.

Tanto si è detto rispetto alla tragedia di questa pandemia, riguardo ai numeri: quanti decessi, quanti contagi, quanti danni economici, quanti giorni di chiusura, ma forse troppo poco si riflette rispetto alle conseguenze psicologiche che, oltre a quelle summenzionate, possano avere subito soprattutto i bambini e gli adolescenti. In particolare, lo stato di segregazione, che ha sconvolto molte vite, che danni può aver provocato in questa fascia di popolazione?

Diversi studi evidenziano che nei bambini e negli adolescenti, ma in particolare nella fascia di età compresa tra i 3 ed i 6 anni, la pandemia ed il lockdown hanno avuto un impatto maggiore dal punto di vista emotivo e nello sviluppo delle competenze sociali rispetto agli adulti. Ciò che si è rilevato, soprattutto nei più piccoli, è il grande timore del contagio dei propri familiari, che determina ansia di separazione, insieme ad incertezza, timore, disturbi del sonno, incubi, diminuzione dell’appetito e agitazione, come riportano i questionari compilati dai genitori in una ricerca promossa dalla European Paediatric Association–Union of National European Paediatric Societies and Associations (EPA-UNEPSA) in collaborazione con centri medici ed universitari cinesi (Jiao et al. 2020).

L’irritazione, la disattenzione e comportamenti di attaccamento eccessivo sembrano invece comuni a tutte le fascie di età, nei ragazzi, come viene sintetizzato in una revisione sistematica  apparsa nella rivista The Lancet, in cui si legge inoltre: “La chiusura delle scuole è stata implementata rapidamente in tutta la Cina continentale e a Hong Kong per covid-19. Tuttavia non ci sono dati sul contributo della chiusura delle scuole al controllo della trasmissione. I dati dell’epidemia di SARS nella Cina continentale, a Hong Kong e a Singapore suggeriscono che la chiusura delle scuole non ha contribuito al controllo dell’epidemia” (Viner et al. 2020). Più di recente e considerando la questione in generale, non solo relativamente ai fanciulli, alla stessa conclusione giunge anche una lucida analisi costi-benefici del lockdown di uno studio del Regno Unito (Joffe 2021).

Secondo un rapporto UNICEF nell’aprile 2020 il 91% della popolazione studentesca mondiale, distribuita in 186 Paesi, ha interrotto la frequentazione della scuola. Solo per una minima parte è stato possibile continuare le lezioni grazie alle videolezioni. La maggior parte degli studenti, soprattutto se provenienti da paesi poveri, non ha potuto usufruire di questo servizio come di altri: per esempio programmi igienico-sanitari e nutrizionali che erano coordinati dalle scuole. In base ad esperienze di precedenti chiusure scolastiche (per esempio durante l’epidemia di Ebola) l’UNICEF rileva ulteriori rischi: abbandono scolastico definitivo, violenze domestiche e, nei paesi in conflitto, un maggiore rischio di adesione a gruppi armati.

 

In altre realtà le conseguenze sembrano concentrarsi maggiormente su problematiche sociali e nella sfera affettiva, dovute all’isolamento, quindi alla minore stimolazione in tutta la complessità degli aspetti in cui l’individuo, soprattutto in formazione, nella socialità è coinvolto, compresa la creatività, che lascia spazio alla noia (Lee 2020). A ciò consegue l’uso smodato di internet e della tecnologia in genere, aumentando non solo la dipendenza da tali dispositivi, ma esponendo i ragazzi al rischio di incorrere in contenuti inappropriati, a bullismo e ad abusi (Cooper 2020).

I bambini affetti da autismo, disturbi comportamentali, cognitivi o emotivi, per cui la propria routine è elemento terapeutico, vedono nell’interruzione scolastica e nella mancanza degli ausili di cui necessitano la causa del peggioramento della sintomatologia (Lee 2020).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha quindi stilato una sorta di “Vademecum” destinato ai genitori (WHO 2020), agli insegnanti e ai professionisti della salute, composto da una serie di raccomandazioni  e buone pratiche (WHO 2020b) atte a vigilare sulla salute mentale di bambini e ragazzi, alla stimolazione del loro interesse per lo studio e per la socializzazione, ancorché virtuale.

Può essere sufficiente? Ci sono alternative?

Una ricerca italiana (Zabini 2020), condotta su persone adulte, ha mostrato gli effetti a breve termine della visione di video e dell’ascolto di suoni inerenti ambientazioni naturali. In questo studio sono stati comparati due gruppi di persone: il gruppo sperimentale è stato sottoposto alla visione di questi video e all’ascolto dei suoni naturali, il gruppo di controllo è stato invece sottoposto alla visione di immagini e all’ascolto di suoni tratti dall’ambiente urbano. I risultati, sebbene nel breve termine, mostrano come già solo questo contatto con la natura sia efficace nello sciogliere condizioni di ansia. Si parla qui di effetti “riparatori”, che inducono quindi una sorta di recupero di una condizione di maggiore benessere da un disagio precedente, come quello ad esempio, causato dal lockdown.

Se la relazione virtuale con la natura ripara alcuni dei nostri “danni”, almeno sul piano psicologico, cosa può fare l’immersione reale, fisica, sensoriale?

Un recente studio, in preprint, dimostra come l’immersione in alcune delle foreste italiane sia efficace nel diminuire stress, ansia, depressione e rabbia (Meneguzzo 2021). A livello internazionale le prove raccolte fino ad ora rispetto agli effetti positivi dell’immersione forestale reale, sia sulla salute fisica che mentale degli adulti sono importanti e numerose (Corazon 2019; Li 2019). In una di queste ricerche si legge “La Medicina Forestale è una nuova scienza interdisciplinare, appartenente alle categorie della medicina alternativa, della medicina ambientale e della medicina preventiva, che comprende gli effetti degli ambienti forestali sulla salute umana“. In questi studi ci si riferisce in modo preciso all’effetto di stimolazione del sistema immunitario, al funzionamento delle cellule Natural Killer, ai benefici al sistema cardiocircolatorio, all’azione antinfiammatoria di alcuni composti volatili presenti nella foresta, oltre che ad effetti contrastanti stress, ansia e depressione (Li 2019).

Attualmente l’efficacia preventiva dell’immersione in natura (in particolare in ambito forestale) è sicuramente l’ipotesi più robusta, non si parla ancora di effetto curativo, soprattutto da ciò che emerge nella ricerca su soggetti adulti. Tuttavia una revisione sistematica, preprint, illustra i benefici mentali, fisici e sociali dell’immersione in natura anche dei bambini e teenagers (Mygind 2019). In questa rassegna gli studi presi in considerazione riguardano esperienze di campi avventura, soggiorni climatici per problematiche cliniche (fisiche o psicologiche) o con obiettivi educativi. Sono stati inclusi ragazzi con disturbi comportamentali e/o emotivi, con problemi di abuso di sostanze, problemi di devianza, disturbi del composrtamento alimentare. I risultati emersi evidenziano benefici rispetto ai sentimenti di autostima e autoefficacia, alla consapevolezza di sé, alla resilienza, al problem solving, alle prestazioni cognitive. In particolare i migliori risultati rispetto alla capacità di concentrazione sono stati ottenuti da bambini che già precedentemente frequentavano un asilo nel bosco, rispetto ad un asilo tradizionale (Vigson e Nielsen 2006). Secondo un’altra ricerca l’umore migliora dopo cinque ore di lezione svolta nel bosco piuttosto che in una scuola tradizionale (Roe e Aspinal 2011).

Ancora nella stessa rassegna (Mygind 2019) vengono evidenziate ricerche in cui si dimostrano effetti positivi sulle competenze relazionali, sia tra coetanei che tra intrafamiliari, e sulle capacità di cooperazione e di leadership dei ragazzi frequentanti lezioni in natura piuttsto che nelle scuole tradizionali.

Tutte le problematiche causate ai ragazzi dalla chiusura forzata sembrano trovare risposta e talvolta soluzione in natura, soprattutto nel bosco. Ci sarebbe da chiedersi, provocatoriamente, se invece di prevedere un prossimo lockdown in vista dell’autunno, fallimentare a detta di alcune analisi su riportate, non sia più opportuno ipotizzare un trasferimento delle scuole, laddove possibile, nei boschi e nei parchi più vicini. Questo progetto ha già preso forma in alcune realtà e, dati alla mano, a quanto pare, sembra vincente.

 

Dott.ssa Sara Nardini

Psicologa, Psicoterapeuta, esperta di Terapia Forestale

www.forestandgo.com

 

Bibliografia

 

Cooper, K. (2020, September 4). Don’t let children be the hidden victims of COVID-19 pandemic. https://www.unicef.org/press-releases/dont-let-children-be-hiddenvictims-covid-19-pandemic

 

Corazon S.S., Sidenius U., Poulsen D.V., Gramkow M.C., Stigsdotter U.K. Psycho-physiological stress recovery in outdoor nature-based interventions: A systematic review of the past eight years of research. Int. J. Environ. Res. Public Health. 2019;16:1711. doi: 10.3390/ijerph16101711.

 

Jiao, W.Y., Wang, L.N., Liu, J., Fang, S.F., Jiao, F.Y., Pettoello-Mantovani, M., Somekh, E., 2020. Behavioral and emotional disorders in children during the COVID-19 epidemic. J. Pediatr., S0022-3476(20)30336-X. https://doi.org/10.1016/j.jpeds.2020.03.013. PubMed.

 

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Li Q. Effect of forest bathing (shinrin-yoku) on human health: A review of the literature. Sante Publique. 2019;31:135–143. doi: 10.3917/spub.190.0135.

 

Roe, J., Aspinall, P., 2011. The restorative outcomes of forest school and conventional school in young people with good and poor behaviour. Urban Forestry & Urban Greening 10, 205– 212. https://doi.org/10.1016/j.ufug.2011.03.003

 

Singha, S., Royb, D., Sinhac, K, Parveenc, S., Sharmac,G., Joshic,G. Impact of COVID-19 and lockdown on mental health of children and adolescents: A narrative review with recommendations. Psychiatric Research 293 (2020). https://doi.org/10.1016/j.psychres.2020.113429.

 

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Vigso, B., Nielsen, V., 2006. Born og Udeliv. CVU Vest Press, Danmark

 

Viner, R.M., Russell, S.J., Croker, H., Packer, J., Ward, J., Stansfield, C., Mytton, O., Bonell, C., Booy, R., 2020a. School closure and management practices during coronavirus outbreaks including COVID-19: A rapid systematic review. Lancet Child Adolesc. Health 4 (5), 397–404. https://doi.org/10.1016/S2352-4642(20)30095-X.

 

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Zabini, F., Albanese, L., Becheri, F. R., Gavazzi, G., Giganti, F., Giovanelli, F., Gronchi, G., Guazzini, A., Laurino, M., Li, Q., Marzi, T., Mastirci, F., Meneguzzo, F., Righi, S., Viggiano, M. P.. Comparative Study of the Restorative Effects of Forest and Urban Videos during COVID-19 Lockdown: Intrinsic and Benchmark Values. Int J Environ Res Public Health. 2020 Nov; 17(21): 8011.http://doi:10.3390/ijerph17218011

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