La degradazione e distruzione degli alberi produce grandi quantità di CO2
Il taglio indiscriminato di alberi, la distruzione delle foreste e la degradazione di infrastrutture verdi in ambiente urbano producono ingenti quantità di Anidride Carbonica
I boschi fissano grandi quantità di anidride carbonica – Foto Colazilli
Gli alberi trasformano la CO2 in biomassa
E’ tra i primi concetti basilari di scienze che si insegnano (o si dovrebbero insegnare) a scuola, ma nel mondo di oggi, così superficiale e così dedito al dimenticare gli insegnamenti dei padri, si rischia di perdere anche questo. Gli alberi hanno la capacità di sottrarre la CO2 dall’atmosfera per trasformarla in biomassa. Non tutti lo sanno o fanno finta di non sapere, questa è la triste realtà. Noi cerchiamo di spiegarlo nel modo più semplice possibile. Secondo gli scienziati l’unico rimedio per mitigare gli effetti nefasti del clima impazzito è proprio la messa a dimora di miliardi di alberi in tutto il pianeta, ricostruendo le foreste e rendono verdeggianti le città. Secondo un recente studio comparso sulla rivista Science un progetto globale di riforestazione su larga scala potrebbe abbattere i livelli di CO2 in atmosfera del 25 percento.
Qualunque parte di un organismo vegetale è frutto di produzione primaria, in altre parole tutte le principali parti di una pianta e che ne costituiscono il peso (tronco, rami, foglie, radici) rappresentano biomassa vegetale che è quindi il prodotto della fissazione della CO2 atmosferica (anidride carbonica) per merito del processo di fotosintesi. Tutto il peso di una parte morta di una pianta, in funzione del tempo, è irrimediabilmente destinata a tornare sotto forma di anidride carbonica in atmosfera per processi di ossidazione più o meno veloci (dalla combustione alla biodegradazione microbica). Conseguentemente, un albero o una pianta è tanto più patrimonio collettivo quanto più è vecchia ed aumenta di peso, poiché quello è tutto peso di CO2 sottratta all’atmosfera nel corso di decenni o secoli di vita. Le foreste sono degli straordinari contenitori di CO2, osserviamo le grandi foreste con le gigantesche sequoie della California o le grandi foreste equatoriali. Nelle foreste la continua rigenerazione delle piante, alberi e arbusti, compensa la degradazione del legno morto che diventa esso stesso humus per nutrire la nuova vegetazione.
La distruzione degli alberi produce tonnellate di CO2 che torna velocemente in atmosfera – Foto Colazilli
La degradazione del verde produce CO2
Abbattere alberi in buone condizioni di salute o scatenare processi di degenerazione delle infrastrutture verdi, attraverso mutilazioni e capitozzature, produce grandi quantità di Anidride Carbonica che ritorna in atmosfera. Gli incendi distruttivi di origine dolosa sprigionano ingenti quantità di CO2. La distruzione delle foreste produce tonnellate di CO2. Al tempo stesso, il processo degenerativo della copertura vegetale impoverisce la biodiversità e la capacità di migliorare il clima.
Secondo dati del CNR Ibimet, un albero adulto in un contesto ottimale e ben curato nell’arco di dodici mesi produce ossigeno per dieci persone ed è in grado di assorbire dai 20 ai 50 kg di anidride carbonica, a seconda della specie. In ambiente urbano, dove gli alberi sono continuamente sottoposti a stress, il dato di assorbimento della CO2 può diminuire fino ai 10-20 kg. Ecco perché è indispensabile in aree urbane realizzare un buon sito di impianto e creare ove possibile maggiore spazio per lo sviluppo della pianta. Ogni aiuola cittadina dovrebbe essere occupata da un albero verdeggiante e in buona salute, operazione per eliminare quelle ceppaie marcescenti o rinsecchite che, degradandosi nel corso del tempo, producono anidride carbonica e non forniscono più servizi ecosistemici.
Nelle aree urbane la sostituzione di alberi in grave stato di salute è indispensabile. Alberi ridotti in condizioni precarie da gravi mutilazioni o da torture antropiche, ormai irrecuperabili, oltre a essere pericoli pubblici per la stabilità diventano produttori di CO2 degradandosi un po’ alla volta a causa di malattie e degenerazione del legno. In questo caso, è necessario intervenire con graduali sostituzioni, pianificando un lavoro di miglioramento e rinnovamento del verde.
Un bel viale alberato cittadino oltre a mitigare l’inquinamento
fissa grandi quantità di CO2 – Foto Colazilli
Tutelare e incrementare il verde contro la CO2
Se da una parte l’inserimento di nuovi alberi è importante per ricostruire le infrastrutture verdi, dall’altra non dobbiamo dimenticare di conservare e curare nel migliore dei modi gli alberi adulti, quelli monumentali e i filari storici e di alto valore identitario che sono i simboli del nostro paesaggio. Nei processi di gestione del verde occorre fare le giuste distinzioni evitando il classico “tabula rasa” che viene utilizzato in tante occasioni per non affrontare il problema e distruggere ogni cosa. Bisogna valutare ogni singolo caso scientificamente. Il vero professionista sa riconoscere il valore identitario ed ecologico di un albero storico e si impegna a conservarlo nel tempo, trovando tutte le soluzioni possibili all’abbattimento.
Non serve a nulla piantare alberi e poi dimenticarsi di loro. Anche un giovane alberello può morire e trasformarsi in un produttore di CO2 se non curato. In molti casi, le piante che subiscono stagioni aride e secche possono perdere la capacità di fissare la CO2 chiudendo gli stomi per evitare la disidratazione. In città il tasso di mortalità delle alberature presenti lungo le arterie stradali e nelle zone residenziali è molto alto per i primi cinque anni. Il miglioramento dei siti d’impianto e l’apporto di cure costanti è indispensabile per evitare il collasso di molti esemplari. Anche la scelta di specie adatte a condizioni complesse può ridurre le perdite, ecco perché è importante una buona progettazione e piantare alberi che si adattano al contesto climatico. Situazioni di stress ambientali possono provocare una crescita molto lenta che influisce negativamente sul sequestro di CO2, vanificando progetti di compensazione.
Restaurare e conservare le foreste e i boschi, piantare alberi e conservare e curare professionalmente quelli esistenti costa molto meno che subire gli effetti nocivi di una città malata e sanare i disastri climatici.
Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus
Siti per approfondimento
https://science.sciencemag.org/content/365/6448/76
https://www.reteclima.it/l-albero-mangia-la-co2/
https://www.tuttogreen.it/emissioni-co2-albero-vecchio-assorbe-piu-di-giovane/