Incendio Pineta d’Avalos a Pescara. Le riserve conservano la biodiversità, non sono luoghi di degrado e di tagli boschivi.
IL DISASTROSO INCENDIO ALLA PINETA D’AVALOS DI PESCARA.
Una riserva naturale è uno scrigno di conservazione della biodiversità. Non è un luogo di degrado, di abbandono e tanto meno di tagli del bosco o di pesanti interventi antropici.
Quanto accaduto con la distruzione della Riserva Naturale regionale Pineta dannunziana a Pescara ha portato alla luce numerose criticità e pessime azioni di tutela e conservazione in un’area protetta.
Il termine “riserva” prevede da subito un graduale e preciso progetto di conservazione della natura con annessi progetti di rinaturalizzazione e miglioramento della biodiversità. Purtroppo nella Pineta dannunziana non si è mai fatto seriamente un miglioramento degli aspetti naturalistici con recupero del sottobosco a macchia mediterranea e la valorizzazione di alberi e arbusti rari o in via di estinzione.
Il comparto 5, quello che è andato distrutto quasi interamente, era il luogo più prezioso della Riserva dannunziana, per via della presenza di numerose piante pregiate, ma era anche la parte più degradata, divorata da rovi, sterpaglie, rifiuti, lianose, alberi alloctoni, specie infestanti aliene che nel corso del tempo avevano azzerato quasi totalmente la rigenerazione di specie mediterranee. Gran parte della riserva in pratica stava morendo, da una parte per colpa del fortissimo impatto antropico che la rendeva semplice parco pubblico, dall’altra per via di una totale assenza di interventi mirati di restauro per ridare vigore alle piante indigene.
Le foto fatte in passato nel comparto 5 della Riserva dimostrano una situazione di fortissimo degrado del bosco, indebolito anche da azioni di disturbo e continuo impoverimento del sottobosco con specie pregiate e autoctone. Si è notato da subito un continuo diradamento della macchia mediterranea divorata da specie infestanti. In una riserva non sono ammessi interventi di taglio e diradamento per scopi forestali, sono necessarie invece azioni di restauro naturalistico e ricostruzione dell’habitat originario. Il mancato risanamento del bosco mediterraneo ha automaticamente indebolito tutta la struttura della riserva rendendola estremamente vulnerabile e poco resiliente. L’incendio ha distrutto ogni cosa e ha spazzato via l’area più preziosa della Riserva con il grande Pino d’Aleppo centenario.
Adesso, tra alberi bruciati o ridotti in cenere, possiamo solo contare i danni incalcolabili provocati da una pessima gestione dell’area protetta che si è trascinata per lunghissimi anni, tra burocrazia e menefreghismo. Mancata opera di restauro e conservazione della biodiversità vegetale e del bosco mediterraneo, mancata pulizia delle discariche e dei rifiuti, mancata opera di valorizzazione del patrimonio floristico, mancati controlli e prevenzione anti-incendio sono i fattori scatenanti di questo spaventoso disastro. Ci vorranno decenni per vedere risorgere la Riserva dannunziana.
Cosa fare adesso? Lasciare tutto così? Certamente, occorre rispettare la riserva e i suoi cicli naturali, fare in modo che la natura si riprenda i suoi spazi, ma finchè non si pianificherà un perfetto lavoro di restauro naturalistico ciò che rimane della pineta continuerà ad essere divorato da alberi e arbusti infestanti. Ora più che mai occorre cambiare totalmente strategia.
I tentativi speculativi e le azioni di sciacallaggio per trasformare la Pineta dannunziana in un semplice parco pubblico devono essere combattute con forza. E’ inaccettabile dover sentire continuamente di tentativi per declassare la riserva e togliere i vincoli.
Le riserve non sono parchi pubblici e non sono boschi per fare legna, sono luoghi di conservazione della natura, si gestiscono rispettando e promuovendo la biodiversità. Si migliorano con la rinaturalizzazione, vanno curate e valorizzate nell’aspetto paesaggistico e naturalistico, eliminando l’impatto antropico, le specie infestanti e qualsiasi proliferazione di aree fortemente degradate.
Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus.
Coordinamento Regionale Co.n.al.pa. Abruzzo