Il Pioppo nero di Milano. Storia triste di un grande albero
Il grande pioppo simbolo del Quartiere Grigioni eliminato
perchè ritenuto pericoloso (senza approfondimenti)
Amiamo tutti le piante, il senso di frescura, l’ombra che riposa gli occhi, il verde luminoso e rilassante. Amiamo la nostra memoria che ci racconta chi siamo e da dove veniamo. Amiamo i simboli della memoria che ci racconteranno e che in qualche modo ci sembrano eterni.
In Lombardia, la memoria del paesaggio e della sua storia di rogge, campi, cascine e risaie è contornata di Pioppi e appena si esce dalla città, appena si supera il confine non definito tra città e campagna, o ci si addentra in un parco di periferia, o nella campagna vicina eccoli che risaltano agli occhi, i Pioppi maestosi con le loro chiome cangianti al vento. Sono alberi alti, bellissimi e a cui inevitabilmente ci si affeziona, anche ai “pioppini” di maggio, quelli svolazzanti quando esci da casa, per strada, che ti ritrovi ovunque quando ai primi caldi primaverili lasci aperte le finestre. I Pioppi sono , per noi di Pianura, “gli alberi” per antonomasia.
A Milano zona Corvetto, periferia SE, è nato e cresciuto il nostro Pioppo nero, probabilmente arrivato prima di tutto il resto, del quartiere Grigioni, dei suoi palazzi decorosi del boom economico, delle vie ordinate, dei piccoli giardinetti, della periferia che diventava città, il quartiere nuovo che si popolava e che ha circondava con mattoni e cemento un albero che lì è rimasto. D’altra parte gli alberi hanno le radici, non possono scegliere di emigrare, nascono, crescono muoiono nello stesso luogo. Veri testimoni della vita che si srotola intorno a loro. Questo albero ha fatto il suo, ha regalato ombra, ossigeno, ha pulito aria, ha attutito le grida dei ragazzini che giocano a pallone e dei motorini in estate, ha rinfrescato dall’arsura estiva che sale dall’asfalto, ha resistito al cemento del marciapiede di cui è stato circondato. E’ cresciuto sano, forte, non si è fatto attaccare dai soliti cancri, un tronco pieno, di legno sano dove scorreva da 80 anni almeno linfa vitale per lui, per gli abitanti del quartiere, per una città sempre più congestionata.
All’inizio del 2018 però è stato deciso il destino di questo albero, classificato come albero altamente pericoloso e ne è stato programmato l’ abbattimento per l’8 febbraio. Perché? Non si è ancora trovata una vera ragione, visto che in ultima istanza pare fosse di legno sano. Chi lo ha deciso? L’amministrazione comunale, che si avvale di terzisti per la gestione dei lavori di manutenzione del verde e fino a poco tempo fa anche per la valutazione agronomica dello stato di salute delle piante. Chi lo ha difeso? Un gruppo di cittadini, una parte degli abitanti del quartiere e loro amici, che presi alla sprovvista non hanno neanche avuto modo di reagire tempestivamente. Chiedendone la monumentalità che pare essere uno dei pochi strumenti validi oggi per salvaguardare piante maestose, ma che ha dei tempi molto lunghi ed esiti non certi. I tentativi di difenderlo si sono scontrati con l’inerzia tipica di una decisione già presa dall’alto, che non vuol dare voce a un coro dal” basso” e difficilmente lascia spazio al dissenso.
Le voci di protesta sono rimaste inascoltate: le lettere, le richieste di seconde valutazioni di tecnici super partes sulle reali condizioni di salute della pianta, che potessero scongiurare il destino di un albero probabilmente sano, come poi si evinse dalle sezioni del tronco dopo il taglio. Ma anche le proposte arrivate grazie ad amici esperti su soluzioni alternative con sistemi tiranti per mettere in sicurezza le eventuali branche considerate pericolose, perché si allungavano sopra un campo di calcetto dell’oratorio confinante.
Cosa resta? Un quartiere che ha perso un suo abitante maestoso e generoso, l’impegno della PA di piantare nuovi alberi, ma in un raggio di 3 km, un ricordo e una nuova sensibilità che ha trovato una sua oggettivazione con la nascita della nostra associazione Piopponero, nata simbolicamente l’8 febbraio 2018, come delegazione del Co.N.Al.Pa, che in quei giorni ha seguito e aiutato la lotta per salvare il Pioppo di via Rosselli. La speranza di salvare altri alberi intervenendo per tempo e di dare una voce in più alla loro tutela in città e non solo. Uno strumento nuovo di sensibilizzazione perché anche chi inconsapevole non ha alzato la voce l’8 febbraio possa fermarsi un momento e riflettere sull’importanza e il contributo del verde e degli alberi. E un giovane germoglio dello stesso Pioppo ricavato da una talea salvata in quei giorni
Dopo l’abbattimento, sul luogo dove risiedeva il Pioppo ci sono state diverse manifestazione di affetto, piante in vaso, fiori, lettere e cartelli, che poi in segno di sfregio (chissà perché poi?) sono stati tolti o strappati. Di seguito riportate alcune di queste
Caro Pioppo nero ….
Ci mancherai a noi del quartiere Grigioni …. eri qui prima che tutto cominciasse … eri qui da 100 anni ….
Hai visto il mondo cambiare intorno a te …. hai visto la guerra, le bombe ….
Hai visto il quartiere nascere intorno a te …. casa su casa, le prime famiglie che abitavano le vie deserte, i primi bambini del quartiere, le macchine …
Hai visto nascere la chiesa, i Diavoli Rossi. Unico spettatore ad aver visto tutte le partite in casa …. imponente, silenzioso, giusto.
Hai visto gli anni 70, i ragazzi pieni di sogni prima e pieni di eroina dopo, le sprangate, le lotte.
Hai accudito i ragazzi dell’incrocio per tanti anni …. eri la loro casa, il loro tetto, la loro sede ….
Hai visto tanti di quegli incidenti tra le macchine a questo incrocio ….
Hai accompagnato tanti di noi verso la chiesa per l’ultimo saluto.
Ti hanno assassinato. Quando ti facevano a pezzi si accorgevano quanto tu fossi sano e forte e che le menzogne sul tuo stato di salute avrebbero urlato giustizia.
L’ultimo tuo tentativo di resistere all’orrore umano è stato di fargli a pezzi due seghe tanto eri forte e sano.
Ti chiediamo scusa amico, padre, fratello Pioppo dei Grigioni … non siamo riusciti a difenderti … tu che sei stato il simbolo di questo quartiere. Ha prevalso la follia umana, ha vinto la stupidità degli uomini.
Quello che fa male è che chi ti ha tradito e colpito alle spalle erano abitanti del quartiere, i tuoi figli che hai protetto in estate e dato respiro ed ossigeno tutta la vita.
Vigliacchi …. hanno lottato contro di te perché tu rappresentavi quasi l’eternità a cui l’uomo non può aspirare …. Uomini senza cuore e senza anima.
Ciao Pioppo nero grazie per tutto quello che hai fatto per questo quartiere, rimarrai un simbolo di noi tutti.
Pedalando per strada ho trovato il tuo cuore,
l’ho lavato con cura e gli ho ridato colore.
Cos’è successo, chi ti ha maltrattato?
Chi ti ha deriso, picchiato, umiliato?
Nessuna risposta, certo, ormai sei morto,
da questo cuore sanguinante nessuna vita, nessun battito.
Nessuna lacrima ho versato:
inutile piangere su di un albero tagliato.
Pioppo Nero – Delegazione Co.N.Al.Pa. Lombardia.