Giardino di Santa Maria Arabona rovinato dai lavori di pulizia. Proposte per il restauro.
Il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus propone azioni di restauro e ripristino nel giardino di Santa Maria Arabona. E’ indubbio che ci vorranno anni per recuperarlo e riportarlo all’antico splendore.
Il giardino storico di Santa Maria Arabona a Manoppello (PE) è stato recentemente colpito da lavori di pulizia che ne hanno completamente rovinato l’immagine. Si tratta di un giardino antico, con la classica impostazione all’italiana, scandito da siepi formali che delimitano aiuole ricche di specie botaniche pregiate e di fruttifere. Delimitato da antiche mura perimetrali, il parco conserva al suo interno esemplari importanti di Cycas, alberi secolari di Sophora japonica e Laurus nobilis, arbusti vetusti di Ramnus alaterno, alberi di agrumi e palme Chamaerops humilis. Per la sua importanza storica e botanica è stato inserito nel 2016 nella prestigiosa guida nazionale dei giardini più belli d’Italia, pubblicata da Touring Club Italiano e APGI (Associazione Parchi e Giardini d’Italia).
La nostra associazione, supportata da un Comitato Scientifico formato da esperti di grande rilievo nel settore parchi e giardini, cercherà di proporre soluzioni per un restauro dell’intero parco di Santa Maria Arabona.
Il giardino, essendo ancora oggi chiuso al pubblico, non è visitabile, quindi non è stato possibile fare un sopralluogo e vedere lo stato dell’arte. Ci siamo dovuti limitare a osservare da lontano e fotografare direttamente da fuori.
I gravi danni delle capitozzature e e degli abbattimenti hanno provocato un impoverimento della copertura vegetale e un depauperamento del valore storico-botanico. I lavori sono stati eseguiti senza la minima professionalità, mirati esclusivamente a una pulizia molto radicale, peggiorando lo stato di salute di molti alberi e arbusti. Le capitozzature pesanti hanno gravemente rovinato gli allori storici, già alberi vetusti e segnati dal tempo, che meritavano invece potature mirate e cure specialistiche di esperti. La situazione delle siepi è disastrosa perchè le potature non si sono limitate alla sagomatura o al rispetto dell’ ars topiaria ma hanno proceduto al taglio netto con motosega di tutti gli arbusti. La caratteristica principale di questo giardino stava proprio nelle sue siepi sempreverdi e sagomate che incorniciavano i vialetti e le aiuole, creando un suggestivo quadro naturalistico per fotografie e contemplazione intorno all’Abbazia.
Gli interventi dovevano essere svolti rispettando l’esistente, procedendo con eventuale ripristino di aree verdi. Il giardino presentava delle evidenti criticità che potevano essere risolte con un lavoro mirato, professionale e non distruttivo. Per le sostituzioni, vista l’importanza storica degli alberi, si doveva rimandare a una dettagliata analisi fitostatica eseguita da professionisti del settore, per valutare tipologie di interventi solo conservativi, eliminando la caduta di rami malati, asportando chirurgicamente parti secche e migliorando la salute delle piante. Tutto questo non è stato fatto e possiamo dire che, a seguito delle capitozzature, le piante svilupperanno ulteriori patologie che le renderanno ancora più pericolose con il rischio di sbrancature e deperimento.
Per quanto riguarda le azioni di restauro e di ripristino nel giardino è necessario seguire un preciso calendario di interventi. Prima di tutto effettuare uno screening generale di tutta la situazione, quindi avere la possibilità di entrare e di fotografare e valutare lo stato di salute del giardino. Stilata una relazione dettagliata sulla situazione, occorrerà procedere a lavori di ripristino con l’inserimento di nuove specie botaniche che vadano a ricostruire l’immagine del parco, anche rifacendosi alle fotografie d’epoca. La messa a dimora di piante deve avvenire nei periodi autunnali-invernali. Nel ripristino bisogna pensare alla ricostruzione delle aiuole, reinserendo anche nuovi esemplari di Cycas, Chamaerops humilis e Trachicarpus fortunei, come testimoniato da foto storiche. Dall’esterno abbiamo notato alcune palme con i ciuffi secchi e abbassati, testimonianza di un attacco di qualche parassita. Anche in questo caso bisognerà procedere alla bonifica totale delle ceppaie che dovranno essere bruciate.
Per quanto riguarda le nuove aiuole si potranno piantare specie autoctone mediterranee come Corbezzoli, Viburni, Filliree, Lentischi, Alaterni, Cisti, Rosmarini, Lavanda ecc… in modo da ricostruire aree verdeggianti di grande effetto. Anche le aree dedicate al frutteto possono essere risistemate aggiungendo agrumi, alberi da frutto come mandorli, peri, meli e scegliendo ad esempio varietà antiche o in via di estinzione.
Per le siepi abbattute bisognerà aspettare la loro ricrescita che sarà disordinata e debole. Molte piante potrebbero ammalarsi e soccombere, quindi va valutata anche una sostituzione di parti di siepe. Il progetto dovrebbe essere quello di ripristinare anche le altre siepi di delimitazione delle aiuole in modo da ricostruire la formalità del giardino all’italiana.
La ricostruzione degli allori e delle alberate capitozzate dovrà avvenire nel corso tempo. Bisognerà monitorare la rigenerazione delle piante in primavera, vedere se non ci sono malattie e poi pian piano procedere alla ricostruzione delle chiome che, ricordiamo, non torneranno mai più quelle di prima. La ricostruzione degli alberi dovrà avvenire eseguendo potature mirate per ricreare per quanto possibile l’architettura arborea, operazione che può andare avanti per anni. In questo caso non possiamo sapere quanti esemplari potranno sopravvivere o svilupparsi in primavera-estate e se riusciranno a resistere agli attacchi di parassiti o alla canicola estiva. Occorrerà valutare anche il ripristino dei boschetti di alloro ove necessario. Bisogna ricordare che la capitozzatura distrugge totalmente le piante e le rende vulnerabili a malattie di vario genere. Insetti xilofagi, funghi, carie, cancri ecc… divorano l’albero capitozzato che poi diventa un pericolo per la sicurezza. Ecco perchè la corretta potatura è necessaria. C’è una sterminata letteratura scientifica sui danni della capitozzatura, condannata dal mondo accademico in quanto primaria fonte di problemi per un albero.
Il ripristino e il restauro dovrà prevedere l’intervento di uno staff multidisciplinare di alto livello, tra cui devono figurare curatori di giardini, botanici, naturalisti, agronomi esperti di alberi, forestali, arboricoltori, biologi, paesaggisti ed esperti di beni ambientali e giardini storici. Figure molto importanti in quanto bisognerà coordinare tutto il lavoro di ricostruzione, con la scelta delle piante e il miglioramento delle aree, cura delle alberature e miglioramento del soprassuolo.
Con l’ausilio di figure professionali altamente specializzate si può lavorare per la rinascita del giardino dell’Arabona. Il tempo stimato per la ricostruzione dell’intero giardino, comprese le parti da restaurare, il ripristino della vegetazione ecc… può andare dai 5 ai 10 anni, contando anche le cure colturali che sono indispensabili per la buona crescita delle collezioni botaniche. Ricordiamo che le piante hanno i loro tempi di crescita. Si potrà optare per scegliere piante già grandicelle che dovranno comunque essere curate e che hanno un costo economico sostenuto a seconda della specie. E’ indispensabile la figura di un direttore dei lavori affiancato da consulenti esperti. Bisognerà coinvolgere vivai specializzati per la messa a dimora di nuove piante in ottimo stato di salute.
E’ chiaro che non si può lasciare il giardino in mano a personale non esperto. E’ fondamentale quindi la formazione sul campo di chi dovrà prendersi cura del bene.
Un giardino storico è qualcosa di prezioso ma estremamente delicato che può essere distrutto in poco tempo. Pertanto auspichiamo che vengano intraprese delle scelte costruttive e innovative. Il valore del sito monumentale di Santa Maria Arabona non si limita alla sola Manoppello o alla provincia di Pescara. Il suo prestigio va oltre i confini regionali. Questo ci deve far riflettere sull’inestimabile valore di un tesoro così importante.
Dott. Alberto Colazilli – Curatore e restauratore di parchi e giardini
Presidente Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus