Boschi litoranei e sistemi dunali, difesa contro l’erosione e attrazione turistica

Boschi litoranei e sistemi dunali, formidabili baluardi

contro l’erosione marina e affascinanti attrazioni turistiche

 

   Boschi litoranei e dune, baluardo contro l’erosione marina. AMP Torre del Cerrano (TE) – Foto Colazilli

 

Il problema dell’erosione costiera ormai affligge tutte le coste italiane con pesanti danni al settore turistico e con gravi ripercussioni sull’economia di intere regioni. L’ambiente costiero è un sistema altamente dinamico dove i fenomeni di erosione ed avanzamento della costa sono controllati da numerosi fattori climatici, meteorologici, biologici e antropici. I cambiamenti climatici, inoltre, con l’estremizzazione dei fenomeni atmosferici hanno contribuito a peggiorare l’azione degli agenti modificatori.

L’azione antropica sulle nostre coste è stata distruttiva a partire dagli anni Sessanta – Settanta del Novecento quando si è modificato totalmente in peggio l’aspetto di interi paesaggi marini con la distruzione dei sistemi dunali, il taglio delle  foreste litoranee,  il selvaggio sfruttamento dei fiumi con alterazione dei cicli sedimentari a causa di estrazioni di materiali alluvionali ed infine la cementificazione delle coste con infrastrutture viarie e urbanistiche.

 

 Boschi litoranei e dune, baluardo contro l’erosione marina. AMP Torre del Cerrano (TE) – Foto Colazilli

 

Con il peggioramento dell’erosione marina sono state eseguite opere ingegneristiche nel tentativo di fermare il fenomeno e far avanzare le spiagge. Nonostante il costo altissimo di tali operazioni e la costruzione di scogliere artificiali, il problema non è stato affatto risolto. Tra le opere di difesa costiera vi sono scogliere frangiflutti, difese radenti, pennelli, che mirano a ridurre l’energia delle correnti litoranee e del moto ondoso.

In realtà, i boschi litoranei e sistemi dunali sono l’unica salvezza contro l’erosione delle spiagge oltre a costituire un elemento morfologico importantissimo del sistema spiaggia-pianura costiera. Le dune sono  ambienti di grande interesse naturalistico ed ecologico e delimitano e proteggono le pianure dal mare. Le foreste litoranee sono un baluardo difensivo estremamente importante che si associa ai sistemi dunali.

Lo smantellamento dei sistemi dunali costieri e delle foreste litoranee, a scapito dello sviluppo urbanistico, ha fatto arretrare considerevolmente la linea di costa. Le dune e le foreste costiere costituiscono un argine naturale alle tempeste e mareggiate e un importante accumulo di sabbia in grado di alimentare la spiaggia e quindi contrastare gli effetti dell’erosione. Da qui la valorizzazione e il miglioramento dei sistemi dunali e delle foreste litoranee che non solo hanno una funzione strettamente ecologica ma rivestono un notevole valore economico.

 

Dune fiorite nella Riserva Naturale di Punta Aderci (CH) – Foto Colazilli

 

Un altro processo antropico che peggiora considerevolmente lo stato delle nostre spiagge e quello dello spianamento attraverso trattori e ruspe, un lavoro che viene effettuato  quando la stagione estiva è alle porte e che serve per dare maggiore spazio agli ombrelloni degli stabilimenti balneari. Livellamento delle spiagge e   demolizione di ogni  deposito di sabbia e distruzione della poca flora dunale che coraggiosamente si riappropria delle spiagge sono azioni errate che peggiorano le condizioni della spiagga e la sottopongono all’implacabile azione degli agenti atmosferici. Il diradamento dei boschi litornaei, delle pinete e degli arbusteti a macchia mediterranea  è un altro fattore di rischio per le spiagge. La loro importanza deriva dal fatto che consolidano totalmente i sistemi difensivi costieri attraverso le radici degli alberi e degli arbusti e formano degli straordinari cordoni verdi frangivento in grado di smorzare o trattenere la furia dei venti marini verso l’interno. Tra le migliori piante per il consolidamento e la formazione di boschi litoranei ci sono le Tamerici,  i pini d’Aleppo, i pini domestici, i Rosmarini, gli Alaterni, le Filliree, i Lecci, i Teucrium, gli Atriplex halimus, i Ginepri, i Cistus ecc…

 

Spianamento delle spiagge sulla costa abruzzese.

Una pratica che aumento il rischio di erosione marina – Foto Colazilli

 

La duna, dunque, diventa un grande deposito di sabbia che viene utilizzato dalle spiagge per combattere l’azione erosiva del mare. Ma una duna senza piante non è in grado di sopravvivere al vento e alle tempeste. La duna abbisogna di vegetazione e di sedimenti organici ed è un processo lento ma ben costruito di straordinaria ingegneria naturalistica che, se ben formato, diventa compatto, solido ed inattaccabile. Sono le radici delle piante che fissano la duna, ci sono erbacee come l’Ammofila arenaria e l’Agropiro che hanno degli apparati radicali molto sviluppati ed intricati che si intrufolano nelle sabbie e le stabilizzano. Generalmente tutte le piante delle dune hanno radici possenti e molto sviluppate. E queste piante  formano il primo fronte dunale, quello stabile, la testa di ponte contro il mare. L’apporto di sedimenti organici dalle piante stesse o anche dal mare tramite le mareggiate contribuisce a creare ulteriori piccoli accumuli di sabbia. Nel delicato ma affascinante mondo della duna costiera tutto è studiato nel minimo dettagliato, in maniera raffinata, per non fallire ed essere efficiente ed efficace al tempo stesso.

Le dune possono essere restaurate e, se non più esistenti, anche ricostruite dal niente. Si tratta di importanti progetti di restauro paesaggistico che seguono e rispettano i processi naturali di rigenerazione dunale. L’operazione avviene delimitando spazi di spiaggia in cui è interdetto il camminamento e la sosta e si lascia crescere liberamente la flora dunale. Il processo di ripristino può impiegare molti anni per arrivare alla costituzione di un ambiente dunale importante e consolidato dalla vegetazione. Con il tempo le piante e i sedimenti organici, in questi angoli interdetti, si impegnano a realizzare i primi depositi di sabbia che pian piano cresceranno di volume.

Le principali e più comuni cause di degrado delle dune sono:

  • Transito, calpestio, stazionamento di persone sul cordone dunale e creazione di vie d’accesso;
  • Chioschi e servizi posizionati sul cordone dunale;
  • Parcheggi in riva al mare;
  • Taglio di piante e transito di bestiame;
  • Passaggio di mezzi motorizzati;
  • Scarsa conoscenza del valore e dell’importanza degli habitat dunali;

Essendo ambienti molto delicati, le dune rischiano di degradarsi senza mai arrivare al massimo compimento. Un fortissimo impatto antropico in pochi anni può distruggere completamente un progetto di restauro dunale.

Nell’ambito di una valorizzazione di questo patrimonio i potenziali interventi di miglioramento  sono:

  • Recinzioni con corda e staccionate in legno per regolamentare la fruizione;
  • Costruzione di passerelle in legno limitatamente agli accessi principali;
  • Realizzazione, con tecniche innovative, di accessi pedonali in materiali naturali modo non creare eccessivo disturbo agli ambienti dunali;
  • Messa a dimora di specie erbacee, arbustive e arboree autoctone;
  • Valorizzazione, ampliamento e conservazione dei boschi litoranei;
  • Localizzazione di cartellonistica e segnaletica per fini didattici e regolamentazione;
  • Eradicazione di specie infestanti ed aliene che possono mettere in pericolo le varietà floristiche autoctone delle duna;
  • Vigilanza contro eventuali atti vandalici e mancato rispetto delle normative di tutela;
  • Rimozione di rifiuti non organici (plastica, ferro, ecc…) lasciati sulla duna.

 

Progetto di rigenerazione dunale presso l’AMP Torre del Cerrano (TE) – Foto Colazilli

 

L’educazione all’importanza dei sistemi dunali e delle foreste litoranee è un passaggio fondamentale per fare in modo che questi ecosistemi siano rispettati nel tempo. Ecco perché è necessario portare la conoscenza degli habitat dunali nelle scuole ed invitare le scolaresche a seguire progetti di educazione ambientale sulle dune per scoprire la flora psammofila e vedere da vicino i tanti, affascinanti processi che portano alla formazione di una duna.

Un rapporto molto difficile spesso esplode tra sistemi dunali e stabilimenti balneari. Anche in questo caso bisogna insegnare ai gestori delle attività turistiche e ricettive che lo spianamento delle sabbie e la rimozione di ogni forma di vegetazione provoca un costante peggioramento dell’erosione e un arretramento delle file di ombrellone nei casi più disastrosi. Far capire ai balneatori che le dune migliorano le spiagge, le rendono più solide e sono in grado di allargare la stessa spiaggia grazie alla stabilizzazione delle sabbie. Anche l’ampliamento degli stessi stabilimenti balneari dovrebbe avvenire nel rispetto della duna o di progetti di restauro dunale. Costruire, quindi, un rapporto di dialogo con gli attori sul territorio, con la collaborazione di enti scientifici come le Università, in stretta sinergia con Comuni e Regioni.

 

Alberto Colazilli

Esperto di paesaggio e curatore di giardini

 

Bibliografia

Artese C. Tra terra e mare. Le piante della duna e della falesia nella Riserva Naturale di Punta Aderci. edizione Cogecstre.
Pirone G. Alberi, arbusti e liane d’Abruzzo, Seconda edizione, Cogecstre.
Tammaro F. Il paesaggio vegetale dell’Abruzzo, edizioni Cogestre.

 

Articolo pubblicato sulla Rivista Fratello Albero n.8 del 2017

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