L’importanza del paesaggio italiano
Legislazione e tutela del paesaggio in Italia
Paesaggio mediterraneo del Circeo – Foto Colazilli
“La Repubblica tutela il paesaggio
e il patrimonio storico e artistico della Nazione».
Articolo 9 della Costituzione Italiana
Il paesaggio e i suoi molteplici significati
Il paesaggio è qualcosa di complesso, esso nasce prima di tutto nella mente del soggetto, si forma attraverso la visione di quell’insieme di oggetti e di vedute che si alternano sul territorio. Paesaggio è l’alternarsi di beni culturali (chiese, monasteri, castelli, centri storici ecc…) con bellezze naturali (vedute di montagne, mare, foreste, fiumi ecc…). Paesaggio è anche l’insieme di tutte le tradizioni di un popolo o di una città (feste popolari, modo di vivere ecc…). Quando ci si riferisce al paesaggio in generale bisogna fare riferimento a tutti questi elementi importanti e caratterizzanti. Il paesaggio è come un grande quadro e per vederlo e capirlo bisogna far uso dei cinque sensi del corpo umano: la “vista”, “l’olfatto”, “ l’udito”, “il gusto” e “il tatto” .
La vista è senza dubbio il senso principale per capire il paesaggio. Vedere è conoscenza. Vedere significa penetrare nell’oggetto, in questo caso nel paesaggio, e relazionarlo con noi stessi. La vista non può fare a meno della luce capace di disegnare atmosfere particolare. Nel paesaggio la luce da vita a colori e forme che acquistano un diverso significato, dal misterioso, al sognante, al paradisiaco: il grigiore di un temporale in arrivo che fa da sfondo a un borgo medievale o a un castello diroccato ancora rischiarati dagli ultimi raggi del sole, un tramonto goduto dall’alta montagna, una splendida veduta sul mare in una bellissima giornata di sole. L’olfatto o odorato ci fa sentire i profumi del paesaggio, profumi che vengono dai campi, dalla terra, dagli alberi da frutta, dalle siepi.
L’udito ci avvicina ai canti popolari ma anche al canto degli uccelli, alle acque in caduta di una cascata o di un ruscello, al rumore delle onde del mare, al suono del vento;
Il tatto ci fa sentire la maestosità di un tronco di quercia o di ulivo ma anche la pietra di un’antica costruzione immersa nel verde;
Il gusto ci fa assaporare i frutti che nascono nel paesaggio e quei prodotti tipici che hanno evidenziato per secoli le usanze e i costumi di un popolo.
L’olfatto ci fa sentire i tanti odori degli alberi e tantissimi profumi dell’erba dei campi, delle erbe aromatiche, dei frutti e dei fiori.
L’immagine del paesaggio italiano intesa come “quadro naturale” fu una intuizione bellissima di Benedetto Croce, che si fece promotore della prima importane legge “per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 21 giugno 1922.
Secondo Croce, era l’osservatore colui che riconosceva un valore qualitativo nel “godimento” del paesaggio, valore che doveva essere tutelato e conservato nel tempo.
Ecco cosa scrive Croce:
“Certo il sentimento, tutto moderno, che si impadronisce di noi allo spettacolo di acque precipitanti nell’abisso, di cime nevose, di foreste secolari, di riviere sonanti, di orizzonti infiniti deriva della stessa sorgente, da cui fluisce la gioia che ci pervade alla contemplazione di un quadro dagli armonici colori, all’audizione di una melodia ispirata, alla lettura di un libro fiorito d’immagini e di pensieri. E se dalla civiltà moderna si sentì il bisogno di difendere, per il bene di tutti, il quadro, la musica, il libro, non si comprende, perché sia si tardato tanto a impedire che siano distrutte o, manomesse le bellezze della natura, che danno all’uomo entusiasmi spirituali così puri e sono in realtà ispiratrici di opere eccelse. Non è da ora, del resto, che si rilevò essere le concezioni dell’uomo il prodotto, oltre che delle condizioni sociali del momento storico, in cui egli è nato, del mondo stesso che lo circonda, della natura lieta o triste in cui vive, del clima, del cielo, dell’atmosfera in cui si muove e respira.”
Per Croce il paesaggio era l’identità spirituale di una comunità, e distruggerlo o degradarlo significava disruggere lo stesso spirito di quella comunità, portando i membri stessi a perdere totalmente il rapporto con i propri luoghi, sradicandone le radici storiche e culturali.
Il paesaggio culturale italiano come luogo di ispirazione e di arte
- Quando si parla di paesaggio culturale italiano si deve guardare a un brand Made in Italy di altissimo livello che custodisce siti UNESCO e luoghi di inestimabile valore storico-culturale unici al mondo.
- Il paesaggio culturale italiano è sempre stato luogo di ispirazione, ha generato emozioni nei viaggiatori e negli artisti, è stato studiato e contemplato da botanici e da naturalisti. E’ un tesoro in grado di produrre reddito e creare posti di lavoro.
- Il paesaggio culturale italiano è un insieme di meraviglie che vanno dalle opere d’arte, alle chiese, ai castelli, alle rovine di età classica, fino alle vedute mediterranee e nelle tradizioni… tutto questo crea una incredibile sentimento di ammirazione e di fascino. L’emozione è la grande protagonista del nostro paesaggio italiano.
Paesaggio della Costiera Amalfitana – Foto Colazilli
Come nasce il “Sentimento del Paesaggio” tra arte e naturalismo
La veduta naturalistica affascinante e in grado di creare emozione si forma già nella letteratura a partire dal Trecento, nelle poesie del Petrarca e poi nella descrizione del Paradiso Terrestre di Dante nel Purgatorio. Dal punto di vista artistico il paesaggio si muove attraverso l’evoluzione dello spazio, ricerca artistica effettuata dai grandi maestri del Trecento a partire da Giotto e Duccio da Buoninsegna fino al Quattrocento e Cinquecento con Benozzo Gozzoli, Botticelli, Ghirlandaio, Piero della Francesca, Leonardo da Vinci, Giorgione, Tiziano, oltre ai grandi maestri d’Oltralpe come Van Eyck, Pieter Brueghel il Vecchio, Jan Brueghel il Vecchio, Rubens. A partire dal XVII secolo in Italia nacque il fenomeno del Grand Tour, con i “viaggiatori pittoreschi” che amavano osservare e contemplare il paesaggio italiano. Questi viaggiatori erano soprattutto “viaggiatori sentimentali” che contemplavano e vivevano appassionatamente le bellezze paesaggistiche, descrivendone le vedute più affascinanti, le specie floristiche, le opere d’arte (rovine classiche, chiese, giardini ecc…) su taccuini di viaggio. Erano disegnatori, pittori, poeti, illustri aristocratici che compivano questi viaggi “culturali” sul nostro territorio per forgiare il carattere e arricchire la cultura. Tra gli artisti paesaggisti che si sono innamorati dell’Italia abbiamo il grande Claude Lorrain, definito tra i pittori di paesaggio più importanti di tutti i tempi e poi Poussin, Hackert, Turner, Henry de Vallencienne, Gaspar Van Wittel. Nel Seicento il genere paesaggio come anche il termine “paesaggio” si concretizzano grazie all’opera dei grandi paesaggisti dell’epoca. Il paesaggio moderno nasce in Italia, tra le vedute e le meraviglie delle nostre campagne, con artisti innamorati della luce mediterranea del paesaggio italico e delle sue bellezze storiche e naturalistiche. In Italia nasce il “paesaggio ideale” che si rifà a quello arcadico e mitologico. La natura e le vedute italiche vengono filitrate e trasformate in paesaggi senza tempo, immortali, popolati da ninfe, pastori, dei, tutti immersi nella natura idealizzata, preziosa, curatissima nei dettagli, all’ombra di grandi alberi e rovine classiche. A partire dal Settecento e poi fino a metà Ottocento, visitare l’Italia era un dovere per intere generazioni di giovani aristocratici e borghesi europei al momento di passare dall’età adolescenziale a quella adulta, il mezzo per acquisire le doti e le conoscenze necessarie ai membri di una nuova classe dirigente, per essere dei veri gentiluomini raffinati e colti. I luoghi più visitati erano la Sicilia, la Calabria, Napoli e la Campania, Roma e il Lazio, la Toscana. Si trattava di un “turismo” estremamente colto in continua ricerca di emozioni e di contemplazione con il paesaggio italico, Il “turismo pittoresco” sette-ottocentesco esaltava l’Italia, trasformandola nella perla del Mediterraneo e nel Giardino d’Europa dove era necessario andare in pellegrinaggio almeno una volta nella vita.
Il paesaggio italiano e il turismo culturale -ambientale
Negli ultimi anni c’è stato un incremento considerevole del cosiddetto turismo culturale-ambientale che sceglie sempre più spesso l’Italia, con un giro di affari considerevole. Questo turista è una persona di cultura medio-alta che ama combinare la visita a un bene artistico assieme al godimento di un bel paesaggio e alla riscoperta delle antiche tradizioni, della buona tavola e del divertimento. Diventa allora fondamentale combinare la tutela artistica con la tutela ambientale. Restaurare e valorizzare il paesaggio oggi può diventare anche business, trampolino di lancio per lo sviluppo economico di vaste regioni.
Paesaggio della Costiera Amalfitana – Foto Colazilli
IL SUOLO: UN BENE LIMITATO E PREZIOSISSIMO
Non rispettare e tutelare il paesaggio significa provocare disastri che uccidono. Il suolo è un bene preziosissimo ma limitato che ci garantisce acqua, biodiversità e soprattutto salute. E’ scientificamente provato che numerose malattie e malformazioni genetiche oltre a tumori, leucemie e malattie respiratorie e della pelle sono il macabro risultato di condizioni ambientali pessime con un forte inquinamento del suolo e dell’aria. Quando si promuovono grandi progetti di urbanizzazione e si costruisce ovunque, il territorio cementificato è perso per sempre. I danni sono incalcolabili e si gioca con la salute di migliaia di cittadini. I disastri ambientali sono il tragico risultato della violenza barbara sul territorio. La malattia italiana per eccellenza è la lottizzazione selvaggia di aree coltivate e siti paesaggistici, di litorali e coste, distruggendo boschi e vedute da sogno. Bisogna fermare questa “peste” prima che sia troppo tardi.
I nemici del paesaggio italiano
Nel nostro paese l’attacco della cementificazione che rischia di distruggere ogni bellezza ambientale e artistica ha portato alla nascita, negli ultimi anni, di una coraggiosa sensibilità verso la tutela degli alberi e del paesaggio storico e culturale. L’azione delle ruspe sul territorio si è fatta massiccia e intere colline oggi, con le nuove tecnologie, vengono letteralmente spianate. Purtroppo l’Italia, schiacciata da una dilagante ignoranza in materia culturale e ambientale, con una politica che si interessa pochissimo ai problemi culturali, non ha ancora capito totalmente questo grande valore. Il nostro paese è rimasto in coda a tanti paesi, soprattutto dell’area anglosassone, che hanno fatto del paesaggio una potente fonte di turismo.
I peggiori nemici del paesaggio italiano
- Il malgoverno;
- La macanza di una “cultura del paesaggio” che non viene insegnata nelle scuole sin dalla tenera età;
- L’imbarbarimento culturale della popolazione;
- La perdita costante della memoria storica;
- La cementificazione selvaggia;
- L’abbandono dell’agricoltura e il degrado delle campagne;
- La distruzione di boschi e foreste;
- La distruzione di alberi monumentali;
- Il degrado dei monumenti storici;
Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio in merito ai Beni Paesaggistici recita:
Art. 136
Immobili ed aree di notevole interesse pubblico
- Sono soggetti alle disposizioni di questo Titolo per il loro notevole interesse pubblico:
- a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica;
b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del presente codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza;
c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale;
d) le bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.
Articolo 142
Aree tutelate per legge
- Fino all’approvazione del piano paesaggistico ai sensi dell’articolo 156, sono comunque sottoposti alle disposizioni di questo Titolo per il loro interesse paesaggistico:
- a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare;
- b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;
c) i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;
d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole;
e) i ghiacciai e i circhi glaciali;
f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonche’ i territori di protezione esterna dei parchi;
g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorche’ percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227;
h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici;
i) le zone umide incluse nell’elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448;
l) i vulcani;
m) le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del presente codice.
Nel 2000 nasce la Convenzione Europea del Paesaggio, firmata dagli stati membri dell’Unione Europrea che si impegna a dare una più ampia definzione del termine “Paesaggio” stilando importanti linee guida per la sua tutela e valorizzazione:
Articolo 1 – Definizioni
Ai fini della presente Convenzione:
- “Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni;
b. “Politica del paesaggio” designa la formulazione, da parte delle autorità pubbliche competenti, dei principi generali, delle strategie e degli orientamenti che consentano l’adozione di misure specifiche finalizzate a salvaguardare gestire e pianificare il paesaggio;
c. “Obiettivo di qualità paesaggistica” designa la formulazione da parte delle autorità pubbliche competenti, per un determinato paesaggio, delle aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le caratteristiche paesaggistiche del loro ambiente di vita;
d. “Salvaguardia dei paesaggi” indica le azioni di conservazione e di mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d’intervento umano;
e. “Gestione dei paesaggi” indica le azioni volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali;
f. “Pianificazione dei paesaggi” indica le azioni fortemente lungimiranti, volte alla valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi.
Articolo 2 – Campo di applicazione
Fatte salve le disposizioni dell’articolo 15, la presente Convenzione si applica a tutto il territorio delle Parti e riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Essa comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i paesaggi della vita quotidiana e i paesaggi degradati.
Articolo 5 – Provvedimenti generali
Ogni Parte si impegna a :
a. riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità;
- stabilire e attuare politiche paesaggistiche volte alla protezione, alla gestione, alla pianificazione dei paesaggi tramite l’adozione delle misure specifiche di cui al seguente articolo 6;
- avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altrisoggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche menzionate al precedente capoverso b;
- integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere un’incidenza diretta o indiretta sul paesaggio.
Articolo 6 – Misure specifiche
A Sensibilizzazione
Ogni parte si impegna ad accrescere la sensibilizzazione della società civile, delle organizzazioni private e delle autorità pubbliche al valore dei paesaggi, al loro ruolo e alla loro trasformazione.
B Formazione ed educazione
Ogni Parte si impegna a promuovere:
- la formazione di specialisti nel settore della conoscenza e dell’intervento sui paesaggi;
b. dei programmi pluridisciplinari di formazione sulla politica, la salvaguardia, la gestione e la pianificazione del paesaggio destinati ai professionisti del settore pubblico e privato e alle associazioni di categoria interessate;
c. degli insegnamenti scolastici e universitari che trattino, nell’ambito delle rispettive discipline, dei valori connessi con il paesaggio e delle questioni riguardanti la sua salvaguardia , la sua gestione e la sua pianificazione.
C Individuazione e valutazione
1. Mobilitando i soggetti interessati conformemente all’articolo 5.c, e ai fini di una migliore conoscenza dei propri paesaggi, ogni Parte si impegna a:
a.
- individutare i propri paesaggi, sull’insieme del proprio territorio;
- analizzarne le caratteristiche, nonché le dinamiche e le pressioni che li modificano;
iii. seguirne le trasformazioni ;
b.
valutare i paesaggi individuati, tenendo conto dei valori specifici che sono loro attribuiti dai soggetti e dalle popolazioni interessate.
- I lavori di individuazione e di valutazione verranno guidati dagli scambi di esperienze e di metodologie organizzati tra le Parti, su scala europea, in applicazione dell’articolo 8 della presente Convenzione.
D Obiettivi di qualità paesaggistica
Ogni parte si impegna a stabilire degli obiettivi di qualità paesaggistica riguardanti i paesaggi individuati e valutati, previa consultazione pubblica, conformemente all’articolo 5.c.
E Applicazione
Per attuare le politiche del paesaggio, ogni Parte si impegna ad attivare gli strumenti di intervento volti alla salvaguardia, alla gestione e/o alla pianificazione dei paesaggi.
Paesaggio dell’Argentario al tramonto – Foto Colazilli
Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa (Art. 11 Convenzione Europa del Paesaggio)
Il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa può essere assegnato alle collettività locali e regionali e ai loro consorzi che, nell’ambito della politica paesaggistica di uno Stato Parte contraente della presente Convenzione, hanno attuato una politica o preso dei provvedimenti volti alla salvaguardia, alla gestione e/o alla pianificazione sostenibile dei loro paesaggi che dimostrino una efficacia durevole e possano in tal modo servire da modello per le altre collettività territoriali europee. Tale riconoscimento potrà ugualmente venir assegnato alle organizzazioni non governative che abbiano dimostrato di fornire un apporto particolarmente rilevante alla salvaguardia, alla gestione o alla pianificazione del paesaggio.
L’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio
L’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio è istituto ai sensi dell’art. 133 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42/2004). Ha il compito di formulare studi, analisi e proposte su cui il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e le Regioni definiscono d’intesa le politiche per la conservazione e la valorizzazione del paesaggio.
IL RESTAURO DEL PAESAGGIO
Il restauro del paesaggio è una scienza nuova che si è sviluppata negli ultimi anni. Tale processo, che si evolve nel corso del tempo, mira a recuperare il paesaggio naturalistico, storico e culturale riportandolo alle origini nel miglior modo possibile. Il Restauro del paesaggio è qualcosa di complesso che non può essere gestito da una singola persona o da un singolo Comune. Esso nasce dalla sinergia e dalla collaborazione tra consorzi di comuni, associazioni, professionisti di vario settore in primis storici dell’arte, storici del paesaggio, ingegneri, architetti paesaggisti, archeologi, botanici, biologi, agronomi. Interventi importanti di restauro del paesaggio sono il ripascimento dunale, la riforestazione naturalistica, la decementificazione dei fiumi attraverso la messa a dimora di boschi igrofili oltre al restauro di laghi e sorgenti; il recupero di vedute paesaggistiche particolari ricreandovi le antiche suggestioni ed emozioni; il recupero e restauro dei centri storici seguendo la tradizione; il restauro e recupero di giardini e parchi storici seguendo la tradizione; il restauro del paesaggio si basa prima di tutto su un’analisi storica, artistica e naturalistica del territorio (screening) che viene studiato nei minimi dettagli, attraverso le fonti storiche, le opere d’arte, le fotografie d’epoca, le descrizioni dei viaggiatori, gli studi naturalistici. Il restauro del paesaggio è un processo culturale che deriva da una dettagliata riscoperta della memoria storica di un territorio e può evolversi e migliorare nel tempo anche con la partecipazione delle nuove generazioni. Una volta recuperato , un paesaggio viene promosso attraverso un marketing territoriale di alto livello dove gli attori locali collaborano tutti insieme per raggiungere un fine comune.
Interventi importanti di restauro del paesaggio sono il ripascimento dunale, la riforestazione naturalistica, la decementificazione dei fiumi attraverso la messa a dimora di boschi igrofili oltre al restauro di laghi e sorgenti; il recupero di vedute paesaggistiche particolari ricreandovi le antiche suggestioni ed emozioni; il recupero e restauro dei centri storici seguendo la tradizione; il restauro e recupero di giardini e parchi storici seguendo la tradizione;
Il restauro del paesaggio si basa prima di tutto su un’analisi storica, artistica e naturalistica del territorio (screening) che viene studiato nei minimi dettagli, attraverso le fonti storiche, le opere d’arte, le fotografie d’epoca, le descrizioni dei viaggiatori, gli studi naturalistici.
Il restauro del paesaggio è un processo culturale che deriva da una dettagliata riscoperta della memoria storica di un territorio e può evolversi e migliorare nel tempo anche con la partecipazione delle nuove generazioni.
Una volta recuperato , un paesaggio viene promosso attraverso un marketing territoriale di alto livello dove gli attori locali collaborano tutti insieme per raggiungere un fine comune.
Paesaggio di Punta Campanella con Capri – Foto Colazilli
L’EDUCAZIONE AL BEL PAESAGGIO
Educare” è la parola chiave per far si che le nuove generazioni non perdano totalmente la cultura della propria terra. Tutto questo deve iniziare nelle scuole. Educazione all’insegna di una comunicazione che possa essere assolutamente al passo con i tempi, che riesca ad arrivare ai giovani con il linguaggio delle nuove tecnologie, utilizzando al meglio il potere delle immagini, gli scritti incisivi, le storie e le leggende, le suggestioni di un territorio, in maniera tale da poter emozionare e far riflettere. Il web, se lo sappiamo usare con intelligenza, può diventare un’arma vincente per l’educazione alla bellezza e per la salvaguardia dello stesso paesaggio.
” Il paesaggio è un valore “primario e assoluto” che deve essere tutelato dallo Stato, prevalente rispetto agli altri interessi pubblici in materia di governo e di valorizzazione del territorio.”
Sentenza 14 novembre 2007 n. 367 della Corte Costituzionale.
Per maggiori approfondimenti
http://www.premiopaesaggio.beniculturali.it/il-premio/regolamento-coe/
http://www.gazzettaufficiale.it/dettaglio/codici/beniCulturali/131_0_1
http://www.convenzioneeuropeapaesaggio.beniculturali.it/http://www.unesco.it/
Alberto Colazilli. Esperto di paesaggio e curatore di parchi e giardini.
Lezione sul Paesaggio culturale Italiano