I cipressi secolari di Lanciano (CH)
Due straordinari cipressi pluricentenari sopravvissuti alla guerra
Il cipresso più grande nell’orto del Convento. Foto Colazilli
A Lanciano (CH), ci sono due incredibili colonne del cielo, simboli della nostra d’Abruzzo da centinaia di anni. Si tratta dei cipressi pluricentenari ubicati nel giardino del Convento di Sant’Antonio della Pace.
Tra tradizione e leggenda si racconta che questi cipressi furono stati piantati da San Giovanni da Capestrano come segno di pace per sublimare la pacificazione tra due città, Ortona e Lanciano, nella metà del 1400. San Giovanni da Capestrano fu un santo abruzzese molto famoso e importante, eroe della vittoriosa battaglia di Belgrado contro i Turchi Ottomani. Tra leggenda e realtà si racconta che il Santo, una volta giunto a Lanciano si recò su questo terreno del convento e piantò questi due piccoli alberelli di cipresso. Un gesto per lasciare segno della sua permanenza nella città. La tradizione racconta che i due cipressi furono anche benedetti dal santo una volta messi a dimora.
Veduta sui cipressi nell’orto del Convento – Foto Colazilli
Per conoscere la data di un albero monumentale si deve effettuare l’analisi degli anelli del tronco tramite carotaggio, oppure studio accurato delle fonti (documenti, storie, dipinti, fotografie d’epoca). Secondo la tradizione questi alberi dovrebbero avere 575 anni da quando il San Giovanni da Capestrano li piantò nell’orto. Conoscendo anche la crescita lenta del cipresso in età adulta e viste le colossali dimensioni del cipresso più grande che sono m 4,31 di cf con altezza di 30 metri secondo le ultime misurazioni, si può ipotizzare che siano stati piantati intorno al 1500. Sono in cipressi più grandi d’Abruzzo e sono tra i più imponenti d’Italia. Un altro cipresso di grande valore che misura m 4,18 si trova Carunchio, sempre in provincia di Chieti, anch’esso molto antico e circondato da storie e leggende.
E’ stata un’emozione grandissima poterli visitare dal vivo e conoscere anche la loro storia recente. Vederli maestosi e in tutta la loro sacralità e scoprire che sono dei sopravvissuti e degli alberi eroici. Si tratta di un’antica varietà di Cipresso, nata da seme, molto resistente e longeva. Non sono le cultivar di Cupressus che si vendono oggi nei vivai. Attraverso i loro grandi tronchi e l’andamento degli anelli si potrebbe anche studiare l’evoluzione del clima per centinaia di anni. Hanno un’importanza grandissima non solo dal punto di vista storica ma anche per quanto riguarda gli aspetti ambientali e botanici.
Il secondo cipresso che ha ancora le ferite della Seconda Guerra Mondiale – Foto Colazilli
Agli inizi del 1900 il cipresso più grande è stato colpito da un fulmine che ha lacerato una parte del tronco, ferita ancora oggi visibile e in parte rimarginata. I cipressi hanno subito il fronte del 1943 durante la battaglia del Sangro, quando il convento fu bombardato e sottoposto a mitragliamento. In quel periodo tutta Lanciano era stata sfollata. Era al centro di uno dei teatri più sanguinosi della Seconda Guerra Mondiale: qui passava la Linea Gustav che contrapponeva Nazisti contro gli Alleati. Il secondo cipresso fu colpito dai colpi di mortaio e perse parte della chioma e subì numerose ferite sul tronco ancora oggi visibili. Da quei tragici episodi l’albero non si è più ripreso ed è una testimonianza vivente e tangibile della guerra, un sopravvissuto al massacro. Anche il cipresso più grande ha i segni delle schegge.
Sono due sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale, alle intemperie, nevicate, fulmini, tempeste. Oggi, protetti e tutelati dalla legge nazionale sugli alberi monumentali e tenuti in grande considerazione dai frati del Convento, continuano a dominare e a proteggere la città di Lanciano, testimoni silenziosi di oltre 500 anni di storia e di leggende.
Alberto Colazilli
Paesaggista curatore di parchi e giardini
Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus